Il glifosato (nome ISO; nome IUPAC: N-fosfonometil glicina) è un solido cristallino bianco, inodore, solubile in acqua (11,6 g/l a 25°C), sintetizzato per la prima volta nel 1950 come principio farmaceutico, ma sintetizzato e testato come erbicida solo nel 1970. Questo composto agisce su tutte le piante (anche quelle perenni) come erbicida sistemico non selettivo, viene assorbito dalle foglie e successivamente trasferito in ogni parte della pianta; l’azione disseccante si manifesta di solito dopo una decina di giorni. Per quanto riguarda la sua pericolosità bisogna fare riferimento al Reg.1272/08/CE (c.d. “Regolamento CLP”) che, attualmente, classifica questa sostanza come corrosiva per gli occhi e pericolosa per l’ambiente acquatico:
N° Index Nome Numero CE Numero CAS Classificazione
607-315-00-8 glyphosate (ISO) 213-997-4 1071-83-6 Eye Dam 1, Aquatic Chronic 2
Pittogrammi di pericolo
Più recentemente, la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) ha effettuato uno studio approfondito di ricerca su questa sostanza, arrivando alla conclusione che quest’ultima è da considerare ” probabilmente cancerogena per l’uomo” (gruppo 2A), dato che sono state ottenute prove sufficienti sugli effetti carcinogenici sugli animali di test. Per contro, l’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) nel novembre 2015, ha condotto uno studio di valutazione del rischio sul glifosato, arrivando alla conclusione che questa sostanza “non costituisce un rischio cancerogeno” per l’uomo, considerata anche la sua classificazione secondo il Reg.1272/08/CE di cui sopra.
Qualche giorno fa il nostro Ministero della Salute ha emanato il Decreto 9 Agosto 2016 (entrato in vigore il 22 agosto scorso) con il quale sostanzialmente:
– si vieta l’uso dei prodotti fitosanitari contenenti glifosato nelle aree frequentate dalle persone e dai bambini (parchi, giardini, scuole, cortili, campi sportivi, aree ricreative e nei pressi di strutture sanitarie);
– si vieta l’impiego in pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura;
– si vieta il commercio e l’impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva glifosato ed il coformulante “ammina di sego polietossilata” (n. CAS 61791-26-2); l’elenco dei prodotti è riportato nell’allegato al decreto.
Un ultima considerazione da fare riguardo gli effetti inquinanti del glifosato nel suolo e nel sottosuolo riguarda la sua struttura chimica e la sua solubilità in acqua: avendo infatti una struttura semplice, non ramificata e non contenente metalli e/o alogeni (fluoro, cloro, bromo) ed essendo abbastanza solubile in acqua si può concludere che questa sostanza sia facilmente aggredibile e degradabile dai microorganismi (aerobici ed anaerobici) presenti nel suolo.
FONTI:
– REGOLAMENTO (CE) N. 1272/2008 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 16 dicembre 2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006
– IARC MONOGRAPS 112- GLYPHOSATE
– “CONCLUSION ON PESTICIDE PEER REVIEW” Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance glyphosate” EFSA Journal 2015;13(11):4302
– Decreto 9 Agosto 2016 del MINISTERO DELLA SALUTE – DIREZIONE GENERALE PER L’IGIENE E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI E LA NUTRIZIONE